Murano e l’arte del vetro

Come può un magma informe trasformarsi in quella delicata e trasparente materia che chiamiamo vetro?
L’argilla posso modellarla con le mani, alcuni impasti posso colarli in uno stampo, ma il vetro invece?
Con questa e altre domande sbarcavo a Murano, proprio ieri.

Erudita dal titolare della “Vetreria Artistica Gino Mazzuccato” scopro che, come centro di lavorazione del vetro, Murano nasce nel 1291 quando la Serenissima decretò che tutti i mastri vetrai vi si dovevano trasferire per evitare incendi nella Venezia abitata. Il reale intento del decreto pare fosse però quello di custodire gelosamente i segreti della già celebre lavorazione del vetro, obbligando i maestri a vivere e lavorare sull’isola.
Se è vero che l’arte vetraia muranese si tramanda di padre in figlio, allora posso dire di aver visto coi miei occhi questi segreti e che ho avuto il permesso di svelarveli.

Agglomerato di vetro incandescente appena estratto dalla fornace

Introdotta nel laboratorio noto un uomo piccolo e smilzo che con gesti precisi maneggia un’asta di metallo alla cui estremità vi è un agglomerato di vetro incandescente appena estratto dalla fornace, alla temperatura di 1100°C.
Il maestro comincia subito a lavorarlo, facendo roteare l’ammasso sulla superficie di un tavolo da lavoro levigando le asperità. Ma ecco la prima magia: l’uomo avvicina l’asta alla bocca e comincia a soffiare, dall’altro capo il magma si espande e più s’ingrandisce più perde le sue tinte infuocate.

Murano e l’arte del vetro

Questa è la famosissima tecnica del “vetro soffiato”.


Entra in scena un secondo vetraio che, dopo aver raffreddato leggermente l’estremità del vetro incandescente posto sulla sua asta, ne tira un lembo ricavandone un filo che fa ricadere sul vaso a soffio appena creato dall’altro maestro. 

Murano e l’arte del vetro
Murano e l’arte del vetro

Il filo viene arrotolato intorno al vaso come decorazione e col resto del filamento vengono creati anche due piccoli manici. Quanto è durato tutto il procedimento? Meno di 5 minuti.

Murano e l’arte del vetro

L’altra tecnica a cui assisto è in un certo senso opposta alla precedente, si tratta infatti della lavorazione del vetro pieno, detto anche “massello”. Questa volta è il primo maestro vetraio a realizzare l’intero procedimento, partendo sempre dal magma infuocato. Aiutandosi soltanto con un paio di pinze l’uomo comincia a punzecchiare la massa apparentemente in modo casuale.

Murano e l’arte del vetro

 Nel giro di due minuti il vetro si è quasi completamente raffreddato, ma non prima di aver dato vita a una seconda magia: un piccolo cavallo.


Ho avuto così una risposta alle mie domande, e ho anche scoperto che il vetraio è un po’ come un domatore che addomestica la sua pericolosa belva giorno dopo giorno.

Murano e l’arte del vetro

Un saluto da Venezia, Elisa.

Piazza San Marco Venezia